Scappo dal caos del mondo
al limitare della città,
i muri si aprono sull’azzurro, l’asfalto sul verde,
cerco un rifugio
luminoso, aperto, silenzioso
dove posso respirare, finalmente, il mondo .
La quiete del pomeriggio che si fa sera
tra le sfumature del tramonto,
la brezza danza tra le foglie del salice,
cammino a piedi nudi sull’erba
fiori gialli mi fanno il solletico.
Sorrido
e il mondo è parte di me.

domenica 8 novembre 2020

Radici per il futuro: il nostro prugnòlo

Abbiamo aderito con gioia al progetto dell’Emilia-Romagna “Mettiamo radici per il futuro”.
E una domenica mattina di novembre, col sole, siamo andati a conoscere il nostro alberello.
È stato come ricevere un cucciolo: una piantina piccolissima, con un solo rametto fragile e tre foglioline verdi, dall’aria vivace.
Prunus selvatica: prugnòlo, per gli amici.
Arbusto spinoso, longevo, resistente. Rustico.
Giallo d’autunno, fra i primi a fiorire in primavera, di fiori bianchi profumati di miele, amati dalle api. Che diventano poi frutti bluastri, dolci quando maturano in ottobre. Ottimi per fare conserve e il bargnolino.
Albero di leggende popolari, di influenze magiche: nei rami intrecciati custodisce il bene e il male, protegge la casa da fuoco e fulmini e chi ci abita dalle malattie.
Durante il trasporto a casa l’ho tenuto in mano, una zolletta di terra umida, per proteggerlo da curve e scossoni. Abbiamo perlustrato un po’ il giardino per immaginare dove potrebbe crescere. Alla fine, abbiamo scelto l’angolo del cancelletto.
Abbiamo scavato una buchetta, messo il drenaggio alla base e il concime, posizionato con cura il nostro rametto. Intorno, lo abbiamo delimitato con dei sassi. Ha un’aria così delicata, se si pensa al freddo che avanza.
Questa piantina ha un enorme significato: è un ricordo. Ed è il futuro. Siamo noi.
 
“…Lascia questa campana di
vetro, non la voglio più».
«Ma il vento...»
«Non sono cosi raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà
bene. Sono un fiore». «Ma le bestie...»
«Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le
farfalle, sembra che siano così belle. Se no chi verrà a farmi
visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i
miei artigli».
E mostrava ingenuamente le sue quattro spine. “

(Il Piccolo Principe, A. de Saint-Exupéry)

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